Per comprendere l’importanza “strategica” di tale ruolo, per avere chiara la logica destinazione di attività imprenditoriale e culturale del Teatro Sannazaro, sarà opportuno ripercorrere brevemente le tappe principali della storia di questo teatro che il 26 dicembre del 1847 fu inaugurato, con gran pompa, e alla presenza di tutta l’aristocrazia napoletana, da don Giulio Mastrilli, duca di Marigliano, che lo aveva fortemente voluto e pagato.
Il Sannazaro accresceva magnificamente il già importante patrimonio teatrale della città che vedeva in funzione altri spazi, tra cui il Mercadante, il Fiorentini, il Politeama, il Teatro Nuovo, il Teatro delle Varietà, la Fenice, il Rossini, il Goldoni, la Partenope, capaci di ospitare i grandi nomi del teatro italiano di quel tempo.
Il progetto architettonico era stato affidato a Fausto Niccolini, la direzione dei lavori era stata assunta dagli architetti Antonio e Gennaro France. Gli articoli dei cronisti definirono il Teatro Sannazaro un jolie bouquet, tutto decorato in bianco e oro, con affreschi del Palliotti sul soffitto, e altre decorazioni “di un bello artistico semplice ed elegante in modo che l’occhio si riposa con compiacenza sopra un tutto armonico”. Di forma più circolare che ellittica, dicono le cronache del giornale Roma “è quasi grande quanto il Fiorentini: ha quattro ordini di palchi, oltre otto bégnoires, a livello della platea; la prima fila è in parte formata da un grande loggione con cinquantacinque poltrone; le altre file, oltre i due del proscenio, hanno quindici palchi comodi e belli…, uno dei più belli e graziosi teatri che conoscessimo”.
Attori come Eleonora Duse, Sarah Bernhardt, Virginia Marini, Adelaide Negri-Falconi, Ernesto Rossi, Ermete Novelli, Ermete Zacconi, Tina De Lorenzo, commediografi come Achille Torelli, Roberto Bracco, Eduardo Scarpetta, furono abituali presenze sul suo palcoscenico, in una città che poteva vantare una offerta teatrale d’eccezione.
Al Sannazaro andarono in scena commedie di successo di Eduardo Scarpetta, divenute immediatamente celebri come Li nepute d”o sinnaco o Santarella, che, nel 1889, restò in scena con più di cento repliche così che rapidamente si affermò la convinzione che quel palcoscenico “portava bene”. Con Eduardo Scarpetta, suo figlio Vincenzino Scarpetta, Nicola Maldacea, Ruggero Ruggeri, Gennaro Pantalena, Adelina Magnetti, Agostino Salvietti, Ermete Novelli, Mariella Gioia, furono applauditi protagonisti di drammi e commedie scritti da Gabriele D’Annunzio, Roberto Bracco, Ferdinando Russo, Ernesto Murolo e Libero Bovio.