
Da “La Gilda del Mac Mahon” di Giovanni Testori
Un progetto di Laura Marinoni e Alessandro Nidi
Adattamento e cura registica Laura Marinoni
Direzione musicale Alessandro Nidi
Movimenti coreografici Cristina Bucci
Costumi Gianluca Sbicca
Con Laura Marinoni e con Alessandro Nidi al pianoforte
Produzione International Music and Arts
Si ringrazia il Piccolo Teatro di Milano
Nel suo racconto, lo scrittore milanese ambienta nella Milano degli anni Cinquanta la vicenda di una donna dal fisico prorompente che vive nei pressi del Ponte della Ghisolfa. Un po’ somigliante all’atomica Rita Hayworth, la sua eroina porta il nome del personaggio più noto della diva americana: Gilda. Per mantenere Gino, un balordo di cui è l’amante, e farlo vivere “come un signore”, Gilda si prostituisce. Mi sembra di conoscerla, la Gilda e la lingua stupefacente con cui l’autore la fa parlare, come un torrente in piena; quella vitalità senza freni che racconta la fatica di sopravvivere e la passione incontenibile per il sesso sì, ma soprattutto per l’amore. Testori mi commuove, sempre. E mi diverte, mi fa sentire a casa, agganciata agli anni in cui stavo per venire al mondo e che poi ho respirato da bambina. Mi aiuta a ridare forma al nostro mondo di oggi, tornando all’autenticità. Non c’è mai giudizio in Testori, solo uno sguardo innamorato per i suoi personaggi esuberanti di periferia, soggetti da fotoromanzo dal cuore spalancato.
Laura Marinoni
La prima musica che si affaccia al balcone della Gilda è una canzone di Jannacci. È una di quelle che amo di più e che, in questo frangente, non si lega nemmeno tanto al racconto. Ma profuma, odora di quella Milano, racconta precisamente quelle persone, quelle piazze, quelle vie. Ho provato però ad andare oltre. E si sono presentati poeti-musicisti immensi come Ferré o Monteverdi. La sorpresa è che Testori li trasforma. Avvicinandosi alla Gilda.
Alessandro Nidi