Di Eduardo Scarpetta
adattamento e regia Claudio Di Palma
con Massimo De Matteo
e con Giovanni Allocca, Raffaele Ausiello, Andrea de Goyzueta,
Angela De Matteo, Renato De Simone, Luciano Giugliano,
Valentina Martiniello, Ingrid Sansone, Federico Siano
scene Luigi Ferrigno
costumi Giuseppe Avallone
aiuto regia Peppe Miale
assistente alla regia Manuel Di Martino
Coproduzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, S.G.A.T, Tradizione e Turismo – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
La celebre commedia di Scarpetta, capolavoro assoluto di comicità, rivive di nuova luce nell’adattamento diretto da Claudio Di Palma. Siamo negli anni Cinquanta, la filodiffusione invade per la prima volta i luoghi pubblici con l’intento di pacificare gli animi agitati da un vortice di affannoso arrivismo. Qui ritroviamo le avventure di Felice Sciosciammocca giunto a Napoli per fare visita al nipote Ciccillo che gli ha fatto credere di essere medico e proprietario di una clinica “per matti”. Le frustrazioni, le speranze, le ambizioni degli stravaganti personaggi si trasformano in assolute follie agli occhi dello stralunato Sciosciammocca, regalando al pubblico irresistibili
spunti di travolgente comicità.
Un giovane sfaccendato e disoccupato, inopinatamente scialacquatore al gioco, fa credere a suo zio Felice Sciosciammocca, sindaco di Roccasecca e suo ingenuo finanziatore, di essere medico a Napoli in una clinica per malati di mente. Al sopraggiungere inatteso dello zio il giovane si affanna a tessergli contro un intricato
raggiro. Spaccia i clienti di un albergo da lui frequentato, come i casi clinici che è impegnato a seguire e curare. In effetti, le caratterialità degli ospiti rendono sufficientemente credibili agli occhi dello zio Felice le anomalie psichiche loro attribuite dal giovane e conseguentemente il poveruomo, tutto teso ad assecondare le
volontà dei “pazzi”, diventa artefice e vittima di una continua e crescente serie di equivoci esilaranti. Il lieto fine è misuratamente annunciato e realizzato. La scoperta dell’inganno, la confessione ed il perdono diventano, così, fasi di una liturgia della pacificazione che sancisce e chiude come da tradizione ogni invenzione di Scarpetta.